La Cittadina Fondazione

Studi e Ricerche Veterinarie

Nuove Tecniche Chirurgiche Originali

Trattamento Chirurgico del Chilotorace nel cane mediante allacciatura circumvertebrale

Introduzione e scopi

La terapia chirurgica del chilotorace nel Cane e nel Gatto è gravata da un’elevato tasso di insuccesso che in alcune casistiche raggiunge anche il 50% dei casi trattati.

La più frequente complicanza è la mancata cessazione della collezione chilosa nello spazio pleurico determinata dalla mancata evidenziazione di eventuali varianti anatomiche del dotto toracico in sede operatoria o dall’apertura di circoli collaterali acquisiti. Al fine di ovviare a questi inconvenienti sono state nel tempo proposte numerose varianti alla semplice legatura del dotto toracico, quali l’allacciatura in blocco di dotto e vena azigos, l’omentalizzazione dello spazio pleurico, la pericardiectomia, lo shunt pleuro-peritoneale e l’ablazione della cisterna del chilo lombare.

L’Autore ha ipotizzato che la creazione di un ampio sbarramento a livello del mediastino caudo-dorsale possa contribuire ad aumentare il successo della legatura in blocco di dotto e vena azigos.

Dott. Mario Dolera

Materiali e Metodi

Materiali e Metodi

Quattro cani affetti da chilotorace diagnosticato come idiopatico sulla scorta di esame clinico, RM e TC torace e citopatologia del versamento, sono stati trattati mediante mediante una tecnica originale dell’Autore.

La tecnica si basa sulla realizzazione di un’allacciatura circumvertebrale condotta a livello di VIII – X vertebra toracica passante dorsalmente ad aorta ed esofago, abbracciante l’insieme dei tessuti posti tra tali organi e la colonna vertebrale.

Al fine di realizzare l’allacciatura, i pazienti, anestetizzati e ventilati meccanicamente, sono stati posti in decubito ventrale. Previo accesso toracotomico bilaterale in corripondenza di VIII – X spazio intercostale, tramite un passafili è stato introdotto dorsalmente ad aorta ed esofago un filo in nylon E.P. 5. Le due estremità del filo emergenti da ciascuna breccia toracotomica sono state fatte scorrere a contatto dei corpi vertebrali attinenti per essere legate dorsalmente alle lamine in corrispondenza dello spazio compreso tra i rispettivi processi spinosi. L’operazione è stata ripetuta per 3 volte, realizzando così 3 allacciature tra loro spaziate di alcuni mm. Stringendo le allacciature, il dotto toracico con le eventuali variazioni anatomiche viene ad essere compresso verso la colonna vertebrale e quindi chiuso. E’ stato posizionato un drenaggio toracico in aspirazione continua mantenuto per 3-4 gg. Le brecce chirurgiche sono state suturate more solito. La terapia post-operatoria ha previsto la prosecuzione dell’antibioticoprofilassi perioperatoria, la somministrazione di octreotide, la dieta magra, il riposo stretto per 15 gg. L’analgesia è stata garantita dall’uso degli antinfiammatori non steroidei e dal tramadolo nei primi 7 gg.

Risultati

La realizzazione dell’intervento è stata agevole in tutti i casi considerati. Nei 4 pazienti trattati si è ottenuta una rapida diminuzione della collezione chilosa già in prima giornata, fino alla sua scomparsa in seconda – terza giornata. Non si sono rilevate complicanze chirurgiche perioperatorie o neurologiche post-operatorie.

Conclusioni

La tecnica proposta rappresenta una variante della legatura in blocco di dotto e vena azigos. A parere dell’Autore questa nuova tecnica ovvia alla possibilità che durante la semplice legatura si ometta di comprendere qualche ramificazione con decorso atipico (ad esempio particolarmente addossata al rachide). Inoltre, l’ampiezza dello sbarramento così ottenuto può rendere più difficoltoso lo sviluppo di circoli collaterali che vanifichino l’esito dell’intervento.

Nel periodo post-operatorio il riposo è stato imposto al fine di prevenire un eventuale cedimento dell’allacciatura. La terapia con octreotide, unitamente alla dieta magra, è stata proposta con lo scopo di ridurre la quantità di linfa drenata dall’intestino e quindi della pressione nel dotto toracico a monte della legatura.

Il presente studio presenta dei limiti, fondamentalmente derivanti dall’esiguità numerica del campione e dalla necessità di valutare nel tempo l’andamento dell’intervento. Tuttavia la semplicità di esecuzione ed i buoni risultati ottenuti nel primo gruppo di pazienti trattati ne può incoraggiare l’approfondimento.

Slatter Textbook of Small Animal Surgery  third ed, 2003 Saunders Philadelphia

Ettinger & Feldman Textbook of Veterinary Internal Medicine sixth ed, 2005 Saunders Philapdelphia

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