La Cittadina Fondazione

Studi e Ricerche Veterinarie

Chirurgia

La sezione chirurgica operante presso La Cittadina Fondazione Studi e Ricerche Veterinarie è attiva in ambito neurochirurgico e oncologico. Vengono eseguiti interventi di neurochirurgia spinale e cranica e di chirurgia oncologica in ambito appendicolare (es. chirurgia di salvataggio dell’arto in corso di osteosarcoma appendicolare), chirurgia del sarcoma dei tessuti molli, chirurgia dei tumori di testa e collo, chirurgia del distretto pelvico-perineale e uro-genitale. La sala chirurgica è attrezzata con apparecchio per l’anestesia Draeger ZEUS Infinity Empowered, microscopio operatore Zeiss NC 4, intensificatore di brillanza GE Sthenoscope. In ambito neurochirurgico spinale vengono privilegiati interventi di tipo mini-invasivo. La disponibilità del microscopio operatore consente l’accesso alle strutture anatomiche attraverso brecce molto ridotte. In tal modo si ottiene una precisione superiore nell’atto chirurgico con morbilità ridotta e tempi di recupero funzionale notevolmente abbreviati. 

A livello vertebrale grande attenzione è dedicata alla chirurgia stabilizzativa. Anche in questo ambito vengono privilegiati accessi di tipo mini-invasivo con particolare impiego di metodiche a cielo chiuso. A questo proposito, un settore di recente attivazione è quello della radiologia interventistica. Questa prevede attraverso controllo fluoroscopico l’esecuzione di interventi chirurgici che solitamente richiederebbero un approccio a cielo aperto (in ambito urologico l’applicazione di stent uretrali, osteosintesi condotte a cielo chiuso con fissazione esterna o interna mediante placche o chiodi bloccati). Relativamente all’apparato urinario, il Centro ha sempre coltivato l’interesse per le terapie più idonee alla correzione della patologia benigna e maligna dell’apparato urinario, con particolare attenzione verso le malformazioni congenite (ectopia dell’uretere e ureterocele) nonché verso le patologie traumatiche uretrali (lacerazioni e avulsioni dell’uretra, stenosi uretrale)

Interventi Chirurgici

Chirurgia di salvataggio dell'arto affetto da Tumore Osseo

Blues era affetto da un osteosarcoma radiale distale. Questo tipo di tumore ben si presta alla  chirurgia di salvataggio dell’arto, dal momento che è ampiamente dimostrato come in corso di osteosarcoma appendicolare la sola amputazione non aumenti significativamente la mediana di sopravvivenza. La chirurgia di salvataggio dell’arto può costituire una valida alternativa all’amputazione soprattutto nei pazienti particolarmente pesanti ed esuberanti. Ovviamente la chirurgia di salvataggio è atta a migliorare la qualità di vita del paziente garantendo l’uso dell’arto e permettendo un buon controllo loco regionale del tumore. Tuttavia, al fine di controllare le eventuali metastasi a distanza  sono necessari presidi terapeutici adiuvanti, quali chemioterapia post-operatoria o eventualmente neoadiuvante. Blues è stato sottoposto a osteotomia radiale distale 15 giorni dopo il primo ciclo di chemioterapia con carboplatino, pastorizzazione del pezzo coinvolto dal tumore, riposizionamento del pezzo dopo pastorizzazione, solidarizzato mediante una specifica placca bloccata da noi sviluppata. Per quanto concerne la stadiazione e il bilancio dell’estensione della malattia neoplastica, Blues è stato sottoposto preventivamente a TC totale e risonanza magnetica dell’arto al fine di ben stabilire i margini della lesione e valutare la presenza di eventuali metastasi a distanza. Dopo 3 anni dalla chirurgia Blues sta bene, usa l’arto per la deambulazione e la corsa e sta progressivamente asportando i mezzi di sintesi con lo scopo finale di asportare completamente l’impianto.

Stent Uretrale

In seguito a trauma uretrale nel cane e nel gatto possono verificarsi danni acuti variabili dalla sola contusione fino alla lacerazione, eventualmente con avulsione vescicale. Indipendentemente dalla lesione primaria e dalle scelte terapeutiche, tra i danni secondari si annovera la stenosi uretrale post-traumatica.L’impiego di stent uretrali posizionabili per via fluoroscopica assolve la necessità  di trattare questo tipo di lesioni. 

Nel caso di Dante descriviamo un paziente che, in seguito ad un trauma penetrante occorso in regione perineale che aveva determinato una lacerazione parziale dell’uretra, aveva poi sviluppato una stenosi del tratto in oggetto. Dante è stato trattato mediante applicazione stent uretrale in lega termoespansibile sganciato sotto controllo fluoroscopico previa dilatazione assiale del tratto stenotico con palloncino. Il paziente a distanza di un anno conserva una buona capacità di minzione e non manifesta segni legati a recidiva o ad incontinenza urinaria.                                                         

Meningioma

La terapia del meningioma è essenzialmente chirurgica. Dal momento che questo tumore che origina dalla meninge determinando una compressione sul tessuto neurale circostante, l’atto chirurgico è essenzialmente decompressivo, volto cioè ad asportare nella sua interezza la massa con particolare riguardo alla base d’impianto durale o lepto-meningea. 

Per quanto concerne il meningioma intracranico, gli accessi chirurgici prevedono la craniotomia che può essere eseguita con vari tipi di stumenti. In alternativa all’asportazione chirurgica, in particolar modo qualora il meningioma si localizzi in sedi di complesso accesso come ad esempio la base cranica, si può ricorrere alla radiochirurgia. In quest’ultimo caso, senza procedere ad alcun accesso chirurgico, viene pianificato un trattamento radiante erogando una dose prestabilita di raggi X (fotoni) al volume tumorale con un gradiente di dose molto netto tra tessuto neoplastico e tessuto sano circostante. In caso di terapia chirurgica del meningioma è necessario che il paziente venga adeguatamente stabilizzato prima della terapia, ricorrendo ai farmaci antidemigeni ed antinfiammatori, come ad esempio i cortisonici, i diuretici e gli anticonvulsivanti. La gestione anestesiologica del paziente sottoposto a craniotomia è particolarmente delicata, dal momento che vari parametri vitali devono essere costantemente monitorati al fine di prevenire squilibri che possono favorire un ulteriore danno secondario iatrogeno sul tessuto neurale sano, con particolare riguardo per l’ipercapnia.
Solitamente il paziente sottoposto a craniotomia per meningioma riacquista in poche ore una buona funzionalità neurologica e questo tipo di chirurgia può garantire un lungo tempo mediano di sopravvivenza. Nei casi in cui il meningioma sia particolarmente aggressivo, quindi in caso di grado istologico intermedio od elevato, oppure in caso di lesione in sedi difficilmente aggredibili, l’atto chirurgico può essere completato da una terapia radiante adiuvante. Anche in questo caso si predilige una terapia radiante di tipo frazionato stereotassico, ovvero pur frazionando le dosi in un certo numero di sedute, queste vengono erogate con l’accuratezza della stereotassia, quindi risparmiando al massimo i tessuti sani circostanti e erogando la massima dose possibile al letto tumorale.

Stabilizzazione Cervicale

In caso di instabilità vertebrale cervicale nel cane di grossa taglia sono state proposte varie tecniche di stabilizzazione. E’ possibile ottenere una buona stabilizzazione cervicale utilizzando un distrattore intervertebrale dinamico in titanio inserito sotto guida fluoroscopica all’interno dello spazio intervertebrale interessato, preventivamente sottoposto a discectomia mediante pinza di Caspar e fresa in tungsteno.

Presso la Fondazione l’intervento è stato nel tempo affinato, aggiungendo  a questo mezzo di sintesi (per altro sufficiente a garantire la distrazione), l’inserimento di viti monocorticali da spongiosa da 6,5 mm di diametro nei corpi vertebrali attinenti la stabilizzazione,  solidarizzate con resina chirurgica antibiotata. A nostro parere, se da un lato la gabbia intervertebrale garantisce un buon mantenimento della distrazione, le viti nei corpi vertebrali permettono un buon contrasto delle forze di flesso-estensione. Al fine di ben posizionare l’impianto è opportuno il controllo fluoroscopico intraoperatorio. Nel periodo post-operatorio viene applicato un collare morbido a sostegno raccomandando il riposo per almeno 2 mesi

 

Stabilizzazione cervicale in un cane mediante inserimento di gabbietta intervertebrale in titanio e viti somatiche solidarizzate mediante resina antibiotata – immagine mielografica intraoperatoria

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