LA CLINICA
SPECIALITÀ CHIRURGICHE
Le nostre specialità chirurgiche
Che cos’è la neurochirurgia?
La neurochirurgia è una disciplina che tratta le patologie chirurgiche dei tessuti neurologici centrali e periferici, compresa la chirurgia del cervello, del cervelletto, del midollo spinale, delle meningi e dei nervi.
I disturbi neurologici trattati possono essere precoci o di bassa intensità (dolore, deambulazione o comportamento anomalo), ma possono anche essere acuti o di alta intensità (convulsioni, paralisi improvvise).
Si nota diverse origini:
– congenite (ad esempio, malformazioni),
– traumatica (ad esempio fratture, ernie, ecc.)
– metaboliche (ad esempio intossicazioni, disturbi vascolari, ecc.),
– degenerative, tumorali, ecc.
A livello vertebrale grande attenzione è dedicata alla chirurgia stabilizzativa. Anche in questo ambito vengono privilegiati accessi di tipo mini-invasivo con particolare impiego di metodiche a cielo chiuso. A questo proposito, un settore di recente attivazione è quello della radiologia interventistica. Questa prevede attraverso controllo fluoroscopico l’esecuzione di interventi chirurgici che solitamente richiederebbero un approccio a cielo aperto.
Che cos’è l’oncologia chirurgica?
La chirurgia oncologica è una disciplina chirurgica a sé stante applicata ai tumori.
La manipolazione del tessuto canceroso, le tecniche di dissezione e l’emostasi (gestione delle emorragie) differiscono da altri interventi chirurgici, con l’obiettivo di ridurre al minimo la diffusione delle cellule tumorali e di promuovere la completa rimozione del tumore. È una delle fasi della gestione del cancro. In teoria, tutti i pazienti di cani e gatti affetti da cancro possono richiedere un intervento chirurgico, che si tratti di una biopsia per confermare la diagnosi o di un trattamento chirurgico definitivo.
Per l’asportazione del tumore sono disponibili diverse opzioni chirurgiche:
– chirurgia intralesionale (all’interno del tessuto canceroso),
– chirurgia marginale (vicino al tessuto canceroso),
– chirurgia ampia (lontano dal tessuto canceroso),
– chirurgia radicale (lontano dal tessuto canceroso, ad esempio amputazione).
Questo dimostra che la chirurgia è solo una fase della diagnosi e/o del trattamento del cancro. Prima e dopo l’intervento, il chirurgo deve lavorare in collaborazione con altre discipline mediche (medicina generale e oncologica, imaging medico, istopatologia, ecc.) per rispondere a domande chiave: cosa stiamo combattendo (tipo di cancro, cancro ricorrente)? Quanto è progredito (cancro localizzato o generalizzato)? Quanto è aggressivo (per determinare se il cancro si ripresenterà/metastatizzerà)?
Lo scopo di tutte queste importanti fasi è quello di determinare il trattamento migliore e quindi la prognosi migliore per il cane o il gatto. In altre parole, il trattamento non deve considerare solo il tumore, ma il paziente nel suo complesso, compresi i proprietari!
Le possibili opzioni devono essere discusse quotidianamente con le persone vicine all’animale: il trattamento è palliativo o curativo? Quali saranno le conseguenze per l’animale (effetti collaterali o complicazioni)? Le complicazioni potrebbero ritardare i trattamenti adiuvanti (chemioterapia o radioterapia)? Qual è il budget necessario? Queste domande vengono affrontate durante la consultazione pre-chirurgica.
Infine, la chirurgia oncologica comporta una gestione post-operatoria specifica.
Dopo l’intervento, la condizione oncologica dell’animale richiede cure specifiche, come la gestione del dolore, il fabbisogno energetico e la rieducazione, oltre alla discussione dei risultati istologici: l’exeresi è completa? È necessario un ulteriore intervento chirurgico? Quando iniziare i trattamenti complementari?
In conclusione, la chirurgia oncologica rimane una fase importante nel trattamento del cancro e deve essere eseguita secondo le regole dell’arte per il benessere del paziente e per ottenere la migliore prognosi possibile.
Sono essenziali buone indicazioni e una gestione completa del paziente basata su un approccio multidisciplinare.
Che cos’è la chirurgia dei tessuti molli?
La chirurgia dei tessuti molli si occupa del trattamento delle condizioni in cui è indicato un intervento chirurgico in aree diverse dalle ossa/articolazioni (ortopedia / tessuti duri) e dal sistema nervoso.
Alla Clinica si eseguono abitualmente molti tipi di procedure chirurgiche, tra cui:
Chirurgia addominale (compresi fegato, intestino, milza, pancreas ecc.)
Chirurgia ORL (orecchio, naso, gola)
Chirurgia oncologica, compresa la chirurgia della mascella
Chirurgia urogenitale (reni e vescica, l’applicazione di stent uretrali)
Chirurgia vascolare (arterie e vene)
Cura e ricostruzione delle ferite
Chirurgia Keyhole, compresa la gastropsia e la biopsia epatica.
Relativamente all’apparato urinario, il Centro ha sempre coltivato l’interesse per le terapie più idonee alla correzione della patologia benigna e maligna dell’apparato urinario, con particolare attenzione verso le malformazioni congenite (ectopia dell’uretere e ureterocele) nonché verso le patologie traumatiche uretrali (lacerazioni e avulsioni dell’uretra, stenosi uretrale)
Siamo costantemente impegnati nello sviluppo di tecniche chirurgiche minimamente invasive, che riducono il trauma chirurgico e diminuiscono o eliminano l’esposizione all’anestesia generale.
La gestione del dolore è un fattore importante per il successo della chirurgia dei tessuti molli. Viene utilizzata un’analgesia multimodale (composta da diverse molecole per evitare dosi tossiche di una singola molecola). Il dolore viene frequentemente valutato nel periodo post-operatorio, consentendo al paziente di essere gradualmente dimesso dai farmaci nell’arco di 24-72 ore. Nei casi complessi, il paziente resta ricoverato due o 3 giorni per il monitoraggio della risposta dell’organo e dell’organismo operato, con la presenza dei proprietari.
Che cos’è la chirurgia ortopedica?
L’ortopedia è una specialità chirurgica il cui obiettivo è prevenire o correggere le patologie del sistema muscolo-scheletrico (ossa, articolazioni, muscoli, tendini e nervi). Copre gli arti toracici e pelvici e la colonna vertebrale.
Tra le condizioni ortopediche più comuni nei cani e nei gatti, troviamo spesso:
– danni ai legamenti (come nel caso del legamento crociato craniale del ginocchio),
– displasia di anca e ginocchio
– anomalie della crescita e tumori ossei
– fratture (osteosintesi condotte a cielo chiuso con fissazione esterna o interna mediante placche o chiodi bloccati)
Quando è necessario eseguire un intervento di chirurgia ortopedica?
La chirurgia ortopedica richiede una diagnosi precisa basata su un esame clinico completo (per escludere o trovare una patologia generale o concomitante) e su un esame neurologico e ortopedico specifico. In effetti, alcune consultazioni ortopediche avvengono in un contesto traumatico (caduta da un pavimento, paziente investito da un veicolo). In questi casi, la priorità al momento del ricovero è quella di:
– stabilizzare il paziente in stato di shock
– redigere un rapporto completo sulle lesioni (ad esempio, non concentrarsi sulla frattura della tibia e trascurare le contusioni polmonari o la rottura della vescica)
– stabilire un piano diagnostico e terapeutico con il proprietario
– programmare l’intervento chirurgico
Ad eccezione di una diagnosi ovvia o certa, in alcuni casi saranno necessari ulteriori esami, discussi ed eseguiti in accordo con il proprietario/il veterinario di riferimento.
È importante ricordare che la priorità è la gestione del dolore e la stabilizzazione temporanea della frattura. La fase chirurgica in sala operatoria viene eseguita quando il paziente è stabile e in grado di tollerare un’anestesia di diverse ore. La chirurgia ortopedica consiste nel ridurre la frattura e nello stabilizzarla con l’ausilio di impianti come viti, perni, placche o fissatori esterni e talvolta gesso/resina.
Gli interventi chirurgici “minimamente invasivi” comprendono tecniche chirurgiche moderne e altamente tecniche che riducono al minimo l’“aggressione chirurgica” sul paziente. Questi interventi comportano incisioni di piccole dimensioni o non ne prevedono affatto (ad esempio, gli stent tracheali). Sebbene il vantaggio estetico sia evidente, il beneficio principale per il paziente consiste nel ridurre al minimo il dolore, il rischio di infezione e l’onere e la durata delle cure post-operatorie.
La chirurgia mini-invasiva viene utilizzata in 2 indicazioni principali:
– Diagnostica: Si tratta di esplorare l’organo con una telecamera e prelevare biopsie per l’analisi batteriologica e/o istologica (ad esempio, toracoscopia per il torace, laparoscopia per l’addome o artroscopia per esplorare le articolazioni).
– Terapeutica: In questo caso, l’obiettivo è quello di intervenire per trattare la patologia (ad esempio, l’asportazione di un frammento di cartilagine che sta danneggiando un’articolazione).
La Clinica offre attualmente questo tipo di procedura nelle seguenti aree:
– artroscopia articolare di spalle, gomiti, carpo, anca, grassella e tarso