GIARDINO BOTANICO
Il giardino della cascina è costituito da una raccolta di piante scelte per il loro valore estetico, organizzata secondo un percorso che si svolge prevalentemente nella corte principale delimitata dagli edifici che ospitano i reparti della Fondazione. Qui di seguito sono illustrate alcune delle fioriture delle piante collezionate.
(Le descrizioni dei fiori sono tratte da Wikipedia)
L'alliumIl genere allium conta più di mille specie, diffuse per la maggior parte nell'emisfero settentrionale; a questo genere appartengono anche aglio, cipolla, porro; esistono però varietà coltivate per le loro infiorescenze decorative. Hanno fogliame nastriforme, in genere sottile e arcuato, di colore verde chiaro, talvolta striato di bianco; le infiorescenze sono di vario tipo, sferiche, a ventaglio o ad ombrello; racchiudono piccoli fiori a stella che sbocciano dalla fine della primavera fino ad estate inoltrata; in genere i fiori sono nei toni del rosa, del bianco, del giallo e del blu. Il suo utilizzo primo è quello di condimento, ma è ugualmente usato a scopo terapeutico per le proprietà congiuntamente attribuitegli dalla scienza e dalle tradizioni popolari. A causa della sua coltivazione molto diffusa l'aglio attualmente viene considerato quasi ubiquitario, ma le sue origini sono asiatiche (sono state rintracciate sia nella Siberia sud-occidentale), velocemente diffusosi nel bacino mediterraneo e già conosciuto nell'antico Egitto. Nel folclore europeo, si riteneva che l'aglio tenesse lontani i vampiri e si indossava in un sacchetto intorno al collo. Questa tradizione si può collegare al fatto che i vampiri erano considerati dei "parassiti" e conseguentemente l'aglio, avendo proprietà antibatteriche, li teneva lontani. Il suo potere antisettico era noto fin dall'antichità: nel Medioevo i medici usavano delle mascherine imbevute di succo d'aglio per proteggersi dalle infezioni e tutt'oggi è ampiamente usato nella medicina popolare. Una famosissima cantilena napoletana recita: Agli e fravagli fattura che non quagli. Corna e bicorne capa 'alice e capa d'aglio....'' Si consigliava infatti di tenerlo addosso la notte che precede il 24 giugno (San Giovanni Battista) insieme ad altre erbe per proteggersi dalle streghe che in quella data, secondo la tradizione, celebrerebbero il grande sabba annuale che coincide con il solstizio d'estate. Che l'aroma dell'aglio non sia mai stato gradito è cosa nota tanto che lo stesso Shakespeare in "Sogno di una notte di mezza estate" fa dire ai propri attori nella seconda scena di non mangiare aglio in quanto "(...) e soprattutto, attori, anime mie, badate a non mangiar aglio o cipolla, ché dobbiamo esalare tutti un alito che deve riuscir dolce e gradevole (...)". Anche nella cultura islamica l'aglio, pur essendo diffusamente e volentieri usato in gastronomia, viene di fatto interdetto a quanti devono poi recarsi in moschea il venerdì per la preghiera comunitaria di mezzogiorno (ṣalāt al-ẓuhr), sulla scorta della tradizione che ricorda come il profeta Maometto non gradisse il suo odore (e quello della cipolla, che dunque risente di questo stesso "divieto").