MENINGIOMA
La terapia del meningioma è essenzialmente chirurgica. Dal momento che questo tumore che origina dalla meninge determinando una compressione sul tessuto neurale circostante, l'atto chirurgico è essenzialmente decompressivo, volto cioè ad asportare nella sua interezza la massa con particolare riguardo alla base d'impianto durale o lepto-meningea.
Per quanto concerne il meningioma intracranico, gli accessi chirurgici prevedono la craniotomia che può essere eseguita con vari tipi di stumenti. In alternativa all'asportazione chirurgica, in particolar modo qualora il meningioma si localizzi in sedi di complesso accesso come ad esempio la base cranica, si può ricorrere alla radiochirurgia. In quest'ultimo caso, senza procedere ad alcun accesso chirurgico, viene pianificato un trattamento radiante erogando una dose prestabilita di raggi X (fotoni) al volume tumorale con un gradiente di dose molto netto tra tessuto neoplastico e tessuto sano circostante. In caso di terapia chirurgica del meningioma è necessario che il paziente venga adeguatamente stabilizzato prima della terapia, ricorrendo ai farmaci antidemigeni ed antinfiammatori, come ad esempio i cortisonici, i diuretici e gli anticonvulsivanti. La gestione anestesiologica del paziente sottoposto a craniotomia è particolarmente delicata, dal momento che vari parametri vitali devono essere costantemente monitorati al fine di prevenire squilibri che possono favorire un ulteriore danno secondario iatrogeno sul tessuto neurale sano, con particolare riguardo per l'ipercapnia.
Solitamente il paziente sottoposto a craniotomia per meningioma riacquista in poche ore una buona funzionalità neurologica e questo tipo di chirurgia può garantire un lungo tempo mediano di sopravvivenza. Nei casi in cui il meningioma sia particolarmente aggressivo, quindi in caso di grado istologico intermedio od elevato, oppure in caso di lesione in sedi difficilmente aggredibili, l'atto chirurgico può essere completato da una terapia radiante adiuvante. Anche in questo caso si predilige una terapia radiante di tipo frazionato stereotassico, ovvero pur frazionando le dosi in un certo numero di sedute, queste vengono erogate con l'accuratezza della stereotassia, quindi risparmiando al massimo i tessuti sani circostanti e erogando la massima dose possibile al letto tumorale.